Immediati dintorni

“La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente”
A.Einstein

Il lavoro documenta il “Ritorno” in questo luogo-genitore, in un racconto che senza denunce, senza spirito di contestazione e privo di ogni critica, espone una analisi del passato, rapportandola al presente. Accettando il cambiamento di questo genitore, si potranno sciogliere i nodi e proseguire il percorso, mantenendo vivo il Quartiere attraverso la Memoria.
Racconta la Storia di un Luogo che ha plasmato vite, di un genitore che educa, cura, protegge e insegna Vita e Abbandono, lasciti.

Come fosse una persona, nato nel dopoguerra, figlio di una nazione che vuole crescere attraverso gli individui, il Quartiere ha vissuto splendori e forza adulta, per poi fermarsi a subire il Tempo, ammalarsi e raggiungere uno stato di morte apparente.

Oggi si ripercorrono luoghi, spazi, oggetti e soggetti, sensazioni, odori. Ciò che ha costituito l’Individuo, oggetto del destino di quel Luogo.
“La Memoria diviene centrale in un processo che struttura l’intuizione del Tempo e quindi anche il senso della nostra identità”.

Il Quartiere si è preso cura di tutti i suoi abitanti, di tutti i suoi Figli, fornendo servizi, spazi comuni e natura, interazione sociale tra classi e fasce di età. Con il tempo, le persone che lo hanno percorso e vissuto dall’inizio hanno cominciato a morire e ad andarsene, in modo naturale in quanto conseguenza del trascorrere del tempo. Ma come cellule di un organismo che smettono di riprodursi, lo hanno indebolito, fino a portarlo ad una inesorabile e lenta dipartita, verso qualcosa che è mutato, non più
riconoscibile, estraneo.

Scrigno di ricordi e crescita, nel quale è impossibile fare un distinguo e una analisi accurata delle singole storie di vita, un luogo pieno di fatti che hanno inciso la memoria e cambiato esistenze, a volte in modo lieve, altre volte in modo violento e irreversibile.

Un parallelismo degli spazi del quartiere agli affetti fondamentali nella vita di un individuo. Da una madre malata che esattamente come il Luogo, cambia il suo stato lentamente, senza lasciare traccia del cambiamento se non alla fine, quando ci si rende conto dell’irreversibilità dello stato di cose, fino all’abbandono finale. Ad un padre che nonostante i trascorsi di vita, ha saputo modificare la propria posizione di genitore, con l’enorme merito di tenere il proprio figlio al centro della sua emotività e del proprio senso paterno, che per quanto latente o nell’ombra, ha costituito un ruolo di Padre che resta un riferimento assoluto.

Vengono affrontate altre perdite, violente ed improvvise, grandi riferimenti di un’infanzia ricca di affetto e stimoli che solo la consapevolezza del cambiamento riesce a conservare e custodire.
La sfida è accettare l’insegnamento di un Luogo che porta in luce la stessa metafora delle Persone che lo hanno vissuto e attraversato.

Il 1986 è l’anno dell’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl, durante il quale una cittadina Ucraina (russa, al tempo), del tutto simile nella struttura popolare e
nella misura d’uomo del Quartiere, viene totalmente abbandonata in poche ore.
In seguito, dopo una fase di elaborazione, questo episodio ha costituito un forte parallelismo con gli Eventi, le Persone e i Luoghi che avrebbero caratterizzato la vita

a seguire e che si sono rappresi anni dopo, con la sensazione di qualcosa che si è bruscamente interrotto senza lasciare, all’apparenza, segni o ferite.

Le cicatrici e le conseguenze di queste ferite si sono però presentate negli anni successivi, quando la consapevolezza di quanto accaduto, si lega indissolubilmente
al bisogno di proseguire una vita secondo il proprio sentire.

E l’unico genitore che può sopravviverti. Dipende da te come ti deve accompagnare e dove decidi di portarlo. Lui ti lascia libero ma ti accompagna. Come l’ombra, come la musica che nessuno ti può togliere o toccare.

Anche se cresci, se ti senti forte, anche se sei circondato di tutto quello che ti sei cercato, è lì a guardarti e ad essere parte di te, la parte che conta perlomeno. E tu ti senti finalmente bene perchè sai che è sempre li.

Negli Immediati Dintorni.